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Trovare la propria strada a qualsiasi età

Esiste un’età giusta per trovare la propria strada? Noi siamo convinte che non sia mai né troppo presto né troppo tardi per capire chi siamo e che oggi, sapersi orientare, sia una vera necessità. Le statistiche infatti ci dicono che:

  • ogni anno 1 studente su 5 sbaglia la scelta delle superiori;
  • 3 studenti su 10 si pentono della scelta universitaria fin dal primo anno; 
  • aumentano i contratti di lavoro a tempo determinato e scompare il posto fisso;
  • il mondo del lavoro cambia velocemente e fa emergere nuovi mestieri;
  • l’aspettativa di vita si allunga e recentemente la pandemia ci ha spinti a cercare un progetto di vita che abbia un senso. 

Questi trends ci costringono ad allenare la nostra competenza di auto-orientamento e a continuare a formarci.  

Anche noi, counselor specializzate in orientamento scolastico e il ri-orientamento professionale, ci siamo re-inventate varie volte e per vari motivi: scelte professionali sbagliate, trasferimento da un paese all’altro, cambiamento delle priorità nella fase post-maternità, bisogno di ricalibrare il proprio progetto professionale assecondando i bisogni individuali che sono mutati nel corso della vita.

Grazie alla nostra storia, ci è venuto naturale voler accompagnare le persone in situazioni simili.

Siamo convinte che sapersi orientare sia una competenza fondamentale, da acquisire il più presto possibile e riutilizzabile in ogni fase di cambiamento durante tutta la vita. 

Crediamo che sia però importante fondare la scelta orientativa, su una motivazione interna piuttosto che esterna. È fondamentale partire quindi da sé stessi, esplorare i propri talenti e passioni per poi andare a verificare che cosa offre il mondo che possa essere in linea con gli ingredienti identificati. 

Partire dalla conoscenza di sé è quindi fondamentale a qualsiasi età: nel passaggio dalla scuola dell’obbligo alle superiori, ma anche più tardi dopo il diploma e ancora durante gli anni di università quando, a volte si mette in dubbio la scelta fatta, oppure ci si chiede che strada professionale prendere. 

Se n’è resa conto anche Matilda, durante il percorso di scelta dopo il diploma: “E’ stato molto utile partire non dalle possibilità di scelta, che sono vaste e infinite e che possono mettere in soggezione, ma da quello che mi piace e di cui sono appassionata.”

Scoprire la propria passione per proiettarsi verso il futuro non è però sempre un affare semplice. Per la scelta dopo il diploma il nostro focus è la scelta di un progetto professionale e solo dopo esploriamo assieme le diverse vie di studio per arrivarci.   

Inoltre, incoraggiamo gli adolescenti ad aprire gli orizzonti alla ricerca di più opzioni professionali per capire cosa li stimola di più. Generalmente riscontriamo due scenari: da una parte chi ha “troppi” interessi, dall’altra chi si sente “in alto mare”.

Il mio ‘problema’ è avere tante passioni e interessi”, ci racconta Alice quando arriva ad inizio percorso. Mentre alla fine dice:Sono riuscita a scoprirmi, a individuare le mie priorità per un futuro lavoro, mettendo insieme diversi interessi come il giornalismo e la moda”.

Cercare la propria strada non solo è possibile, ma è anche doveroso più tardi nella vita.

Lavorando con gli adulti, li accompagniamo alla ricerca di storie alternative che li possano rimettere in contatto con le loro risorse e rafforzare la loro identità. Questo approccio, che deriva dalle Pratiche Narrative, valorizza l’unicità della persona, sola esperta della propria vita, l’aiuta a liberarsi da etichette limitanti e la sostiene nella ricerca di una nuova storia preferita.

Gli adulti che attraversano una crisi durante una transizione di vita, (separazione, lutto, licenziamento, pandemia…) o “semplicemente“che si ri-mettono in discussione, hanno bisogno di restaurare la propria identità e di (ri) trovare senso attraverso un nuovo racconto della propria esperienza.

Ludovica, 29 anni, era “davvero in crisi su cosa fare nella vita, (…)” Aveva “sperimentato diversi lavori e corsi e niente (l’)aveva lasciata appagata pienamente”, (…) continuava “a cambiare direzione senza trovare mai la soluzione”.  Per lei il percorso di ri-orientamento è stato un processo di maieutica, che mi ha aiutata a scoprire le risorse che avevo dentro di me e soprattutto a trovare il coraggio di legittimare i miei desideri di realizzazione.

Matilde, 30 anni, ci scrive: “Questo percorso mi ha permesso di mettere più a fuoco sia le mie capacità che i miei obiettivi; quello che davo per scontato è invece una risorsa ».

E Raffaella 55 anni, in fase di “ripensamento” professionale, racconta: “Essere accompagnata mi ha permesso di riflettere a fondo e riconoscere con chiarezza i miei valori, i miei motori motivazionali, i miei criteri di scelta”.

“Conosci te stesso” dicevano gli antichi. “Diventa ciò che sei” diceva Kierkagaard.   “Fa ciò che sei” aggiungiamo noi.  Inizia il tuo percorso di orientamento personale il prima possibile e continualo tutta la vita.  Non è mai né troppo presto né troppo tardi per (ri)diventare autore della propria vita.