La scuola degli animali
Com’è stata (o com’e tutt’ora) la vostra esperienza scolastica? E nel presente, sentite che i vostri talenti sono valorizzati?
Ci sono libri i cui insegnamenti ci rimangono dentro per una vita intera. Per me uno di questi è “Living, loving and learning” di Leo F. Buscaglia. Rileggendolo dopo tanti anni, ho ritrovato questa storia che mi ha fatto sorridere perché è perfettamente in linea con il nostro credo a Sinopia.
“Un giorno un coniglio, un uccello, un pesce, uno scoiattolo, un’oca e qualche altro animale, decidono di aprire una scuola. Ognuno di loro si impegna a scrivere il programma scolastico. Il coniglio insiste perché la corsa sia inserita nel programma scolastico. L’uccello insiste perché il volo sia inserito nel programma scolastico. Per il pesce a sua volta insiste perché il nuoto sia inserito nel programma scolastico. Lo scoiattolo insiste perché l’arrampicata verticale sugli alberi sia inserita nel programma scolastico. Anche tutti gli altri animali insistono perché la loro specialità sia inserita nel programma scolastico della nuova scuola degli animali; così inseriscono le specialità di ognuno nel programma e commetto l’enorme errore di rendere obbligatorie tutte queste materie per tutti gli animali.
Il coniglio era bravissimo a correre; nessuno correva come lui. Ma lo obbligarono a prendere lezioni di volo dicendo che era un bene per il suo sviluppo intellettuale ed emotivo. Di conseguenza insistettero perché imparasse a volare; lo misero su un ramo di albero e gli dissero: “ Vola, coniglio!” E il povero coniglio si lanciò, cadde miserabilmente e si ruppe una zampa e si fratturò il cranio. Il risultato fu che subì un danno al cervello e non fu più neanche in grado di correre bene. Così invece di un 10 nella corsa, ottenne un 6. Gli diedero un 5 nel volo perché comunque ci aveva provato e la commissione per il programma scolastico fu soddisfatta. La stessa cosa accadde all’uccello che sapeva volare in modo pazzesco, compiendo dei doppi carpiati e delle virate incredibili, e prendeva sempre 10. Ma gli insegnanti insistettero che doveva imparare a scavare buchi come le talpe. A forza di provare a fare buchi in terra, si spezzò le ali e si ruppe il becco e così non fu più in grado di volare. Ma la commissione non trovò per niente svalutante dargli un misero 6 per le sue abilità di volo.
E sapete chi era il secchione della classe alla fine del percorso di studi? Un’anguilla ritardata che era in grado di fare tutto mediamente bene. Ma soffriva di attacchi di panico perché insegnanti e genitori si aspettavano sempre voti alti e che non sbagliasse mai ”
Immaginate ora cosa significherebbe se fin dai tempi della scuola, fossimo tutti incoraggiati ad esprimere la nostra unicità, a diventare quell’essere umano unico ed irripetibile che meritiamo di essere.
“Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido.”
Alberto Einstein